«Nella vita le cose passano sempre, come in un fiume. Anche le più difficili che ti sembra impossibile superare, le superi e in un attimo te le trovi dietro alle spalle e devi andare avanti» (N. Ammaniti)
Io mi metto in gioco, sempre e comunque, ogni giorno. Nelle cose in cui credo, ci credo fino in fondo. Sempre. Ho imparato a credere nei sogni, a credere in me stesso. Ho imparato che dare una mano a chi, con i miei stessi sogni, cerca un’appiglio può essere più gratificante dell’appagamento del mio sogno personale. C’è sempre tempo per realizzare il mio sogno, visto che ne ho le possibilità. E la volontà.
Ci ho messo più di dieci anni di lotte con chi tentava di insegnarmi e non aveva tempo e/o voglia, o semplicemente non credeva in me, che forse è anche peggio.
Ci ho messo più di dieci anni di lotte con con me stesso e con la mia volontà che a volte ha ceduto, perché quando ti dicono “lascia perdere” invece di spiegarti le cose e mettersi a tua disposizione e più frustrante di un fallimento personale. Ti crolla il mondo addosso e non c’è via di fuga.
Ci ho messo più di dieci anni a riprendermi, alzarmi, rafforzare e far prevalere la mia volontà, ad imparare da me quello che gli altri non aveva tempo e voglia di insegnarmi. E non mi sono mai lamentato se non con e di me stesso.
Ci ho messo più di dieci anni ma ne è valsa la pena.
Probabilmente ce ne metterò altri dieci a perfezionarmi e poi altri dieci ancora, e poi i successivi dieci e così via. Smetterò di migliorarmi, di imparare dai miei errori, di apprendere come si fa questo o quello il giorno in cui mi sdraierò in quella fossa “six feet under”. Smetterò di credere quando non mi sarà più possibile farlo e solamente allora. Non potete strappare i miei sogni neanche scavando con un coltello dentro al petto; dovrete spegnere tutto l’impianto.
«La speranza è una pennuta creatura che si posa nell’anima» (Emily Dickinson)
Ecco perché non posso accettare che le persone si consegnino alla resa. Non si trova sempre la pappa pronta: bisogna buttare tempo, voglia e sangue; bisogna lottare e perderci la testa. Senza questa equazione che porta al risultato non c’è appagamento una volta raggiunto lo scopo.
Ecco perché non accetto un “lascia perdere”, perché è una risposta di rassegnazione, di chi ha smesso di credere, di chi non riesce più a vedere chiaramente il suo obbiettivo. E io ti aiuterò se solo tu me lo chiederai. Non importa se lo farai domani, il mese prossimo o tra vent’anni. Io sarò sempre lì e saprò attendere pazientementi il momento in cui ritroverai te stessa.
«La vera misura di un uomo non si vede nei suoi momenti di comodità e convenienza bensì tutte quelle volte in cui affronta le controversie e le sfide» (Martin Luther King)
Lettera ad una “amica” speciale