gatto con gli stivali

Diniego – Racconto (Flash Fiction)

Diniego è un racconto, un piccolo allenamento di stesura narrativa in 300 parole esatte. Questo è un tipo di letteratura che fa parte delle flash fiction (six-word story, twitterature, dribble, drabble, sudden fiction e micro-story), ovvero storie brevissime con un numero fissato di parole, molto adatte al contesto moderno.

L’esercizio si basa sullo scegliere due personaggi che non hanno niente in comune e farne il protagonista e la spalla di un brevissimo racconto. Scegliere un ambientazione inaspettata e lasciare che la fantasia abbia il sopravvento. In particolare l’esercizio si presta bene per qualsiasi situazione, ma è molto utile quando vogliamo affinare le tecniche narrative perché costringere a ridurre tutto al minimo indispensabile.

Sebbene lo abbia scritto alcuni anni fa, mi dà sempre grande soddisfazione rileggerlo. Proprio per questo voglio proporlo qui sul blog, come ricordo indelebile.

Ecco i paletti della storia:

Protagonista: GATTO CON GLI STIVALI
Personaggio di supporto: SANTONE INDIANO
Ambiente: DISCOTECA

gatto con gli stivali

Diniego


Quando il felino sgattaiolò nella discoteca nessuno lo notò. La musica batteva assordante, tutti erano intenti a ballare o troppo frastornati dalle droghe per notare un gatto con stivali di pelle e un buffo cappello di feltro.
Sgusciò tra le gambe impazzite delle persone diretto al bancone. Studiò chi stava prendendo da bere e sbarrò gli occhi, balzò alle spalle di un uomo con una lunga veste arancione che sembrava fosse uscito da un romanzo di Salgari. Si accucciò sulle zampe e artigliò la schiena dell’uomo. Affondò le unghie nel tessuto dell’abito e con un gesto fulmineo puntò un artiglio alla gola.
   «Or dunque, qual senso ha la vostra missiva?»
   L’uomo si irrigidì, ma non si mosse. «So del tuo primo padrone, Costantino Fortunato, di come lo rendesti ricco nel sedicesimo secolo.» Deglutì. La sua voce tremava, ma in quella bolgia il gatto la percepì appena. «So come aiutasti Pippo di Napoli a diventare il miserabile arricchito signor Cagliuso. So…»

Una ragazza si era fermata a guardarli. Ridacchiò muta nel trambusto. Il gatto si girò, fremette le vibrisse in un sibilo. Una seconda ragazza la raggiunse caracollando, additò l’animale e disse qualcosa all’amica. Scoppiarono a ridere e si allontanarono reggendosi a stento.
   Il Gatto affondò le unghie. «Qual giogo ambisci, mortale
   «Ehi amico, calmati!»
   «Sodal non disio di voi, messere. Gaglioffo è il favellar che palesi.»
   «Signor-» l’uomo fece una pausa, «Messer Gatto con gli stivali. Non si offenda. Volevo incontrarla qui, dove nessuno farà caso a noi, perché ho bisogno del vostro aiuto.»
   «Reputate sia tal gonzo da prodigar li miei servigi? Non reclamate ciò che giammai potrete aver e disconoscete d’avermi udito». Così dicendo l’animale lasciò la presa e scomparve nella folla.
   «Tsk» l’uomo si toccò il collo e torse la testa «Vatti a fidare delle fiabe occidentali.»


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