Un mattone per GUA: pubblicato!

La scrittura nasce da dentro, come un fiume in piena, una necessità da sfogare e su cui scaricare le nostre frustrazioni, a cui affidare le nostre speranze e i nostri sogni. È l’amico che ci accompagna nelle serate solitarie e nelle giornate di pioggia, quello a cui possiamo affidare i più reconditi segreti.

La scrittura è libertà di espressione ed è passione personale.

Essere autori invece è un concetto differente e quasi slegato, un’estrusione del concetto primario di raccontare storie di noi e per noi. Passare invece dall’altra parte della barricata richiede impegno, sudore, determinazione, saggezza, empatia e fame di conoscenza, a volte sangue, disperazione, mezzo chilo di pazzia assoluta e magari buoni dosi di alcolici.

Quando riusciamo a compiere il passo nella direzione che ci mostra la via per il cuore degli altri allora ci sentiamo molto più appagati, come il nostro modo di riuscire a sviscerare la turbolenza che ci erode dall’interno possa anche riuscire ad allietare gli altri. Ma la quantità in cui riusciamo a farlo è anche la misura delle nostre abilità empatiche e tecniche. Se ci sfoghiamo per piacere personale accanendoci contro il foglio bianco, insanguinandolo dell’inchiostro che ci lava dai tormenti portandoli con sé, diverso è il discorso quando dobbiamo aggiustare il tiro per:

  1. Farci comprendere. Quello che noi sforniamo nella nostra piccola testolina deve poi trovare terreno fertile nella mappa mentale di chi ci ascolta, perché se chi legge non capisce di cosa stiamo parlando non ci seguirà.
  2. Farci ascoltare. È infatti importantissimo oltre al modo di porci, utilizzando un codice comune comprensibile, anche farlo nel modo e nel tempo corretto.
  3. Riuscire a trasmettere. Perché una cosa è voler comunicare qualcosa, voler scrivere, raccontare una storia, un altro è riuscirci. Se l’idea di partenza è bella ma dalla storia non traspare, allora non avremo raggiunto lo scopo.
  4. Emozionare. Cosa c’è di più bello di legge un libro e provare emozioni? Paura, gioia, amore, tristezza, euforia, ansia. Ridere a crepapelle leggendo un passaggio o uno scambio di battute, sospirare per una storia d’amore straziante, prendere fiato dopo una grande scena d’azione o fermarsi a riflettere per un triste evento.
  5. Incanalare gli sforzi. Riuscire cioè a concentrare tutte le proprie forze per sorreggere e bilanciare tutti quanti gli elementi.

L’unica gioia più grande di fare del bene a se stessi è di riuscire a farne agli altri: cullarne la mente, ma anche risanare il corpo.

Ecco per cosa è nato il progetto Un mattone per GUA. Come tubo catodico per canalizzare tutto quello di buono che può essere fatto raccogliendo le trasmissioni sotto un unico vessillo e unificando la bellezza dello scrivere per gli altri alla beneficenza. E credo di esserci riuscito dando i natali al mio, nostro, pupillo:

“Un mattone per GUA”

CoY-295x300Tutti gli introiti verranno devoluti a Gua Africa. Questa charity è stata fondata da Emmanuel Jal, un ex bambino soldato ora stimato artista a livello mondiale. La parola “Gua” significa “pace” in Nuer, una lingua tribale parlata nel Sud del Sudan. La missione di Gua Africa è quella di lavorare e collaborare con le persone, le famiglie e le comunità in modo da aiutarle a superare gli effetti della guerra e della povertà. I loro progetti hanno base sia in Sudan che in Kenya, e mirano a fornire istruzione a bambini e giovani, ai quali altrimenti questa opportunità sarebbe negata.Di recente Gua Africa si è distinta utilizzando i proventi delle donazioni per costruire una scuola nel sud del Sudan, ed è da qui che nasce il nome del concorso per aiutarli ulteriormente a portare avanti iniziative di questo genere. Nell’aprile 2008 l’associazione è stata nominata a pieno come ente di beneficenza dal Regno Unito, ottenendo anche la registrazione O.N.G nel Sudan del Sud. Nell’aprile 2011 ha ottenuto la registrazione O.N.G anche in Kenya.

Questo piccolo traguardo, nonostante sia andato in stampa con diversi errori e non nella sua versione finale (la qual cosa mi fa molto irritare ogni volta che lo riprendo in mano, ma cercherò di farmene una ragione), mi ha dato nuova linfa e speranza per il futuro. Grazie a tutto questo spero di poter riuscire a realizzare altri progetti e iniziative, sempre che il blog collabori perché nelle scorse settimane mi ha fatto dannare.

Se volete fare qualcosa per me e per voi stessi, ma anche per il mondo comprate “Un mattone per GUA”, aiutateci (e aiutate voi stessi) a fare BENEFICENZA consapevole e costruttiva.
E naturalmente condividete con i vostri amici!
Non siete obbligati a farlo, la beneficenza è un atto quasi intimo, che parte da dentro e che si deve sentire. Non fatelo per noi o per voi, fatelo per loro.

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